Fatima: “Le profezie mariane occorre prenderle sul serio”

In un'intervista esclusiva concessa a "L'Annuncio di Maria", il giornalista Saverio Gaeta ci aiuta a fare un po’ di chiarezza.

In occasione dell’anniversario della prima apparizione della Madonna ai tre pastorelli a Fatima, ho avuto l’occasione di intervistare il giornalista, vaticanista e autore Saverio Gaeta. Credo che non abbia bisogno di presentazioni, ma invitiamo chi volesse sapere di più sulla sua biografia a guardare qui e a navigare sul suo sito www.saveriogaeta.it , un “luogo” virtuale estremamente interessante, in cui il dott. Gaeta offre con generosità varie risorse multimediali, documenti e naturalmente anche l’elenco di tutti i suoi libri.

Un’annotazione introduttiva. La mia intenzione con questa intervista era di entrare in profondità in diversi temi, soprattutto in quelli più dibattuti e divisivi, come quelli intorno ai segreti rivelati a suor Lúcia dos Santos o quello molto attuale del ruolo della Russia nella mariofania di Fatima. Il dott. Gaeta ha preferito di rispondere alle domande che sono veramente appannaggio di un giornalista, non intervenendo in temi che spettano piuttosto a teologi o a opinionisti. Nonostante il dispiacere di non ascoltare alcune sue personali osservazioni in merito ai temi sopra citati, maturate comunque sicuramente attorno ad una competenza e una conoscenza quasi uniche in Italia, comprendo la sua scelta e rimando ad altre occasioni gli approfondimenti rimasti in sospeso. Nel frattempo lo ringrazio a nome di tutti per aver accettato di rispondere a queste domande con correttezza e umiltà: le risposte ricevute ci aiutano ad entrare nel complesso evento dell’apparizione della Madonna ai tre pastorelli di Fatima e a chiarire alcuni punti essenziali.

Elena Mancini

La ringrazio di cuore per aver accettato di rispondere alle mie domande.

Anche se le apparizioni di Fatima sono forse fra le più conosciute di tutti i tempi, su di esse c’è da parte di molti una conoscenza parziale, aneddotica e probabilmente neppure del tutto corretta. Spesso tale conoscenza si riduce solo ai così detti “tre segreti” e al famoso miracolo del sole durante l’ultima apparizione pubblica del 13 ottobre 1917. La centralità di Maria viene quasi persa. Le precedenti apparizioni ai tre pastorelli sono meno degne di nota? Come vuole essere ricordata la Madonna, a giudicare dalle sue parole?

Gaeta. Innanzitutto, direi che non si può tralasciare l’antefatto delle tre apparizioni dell’angelo che si presentò ai tre pastorelli nel 1916 con gli appellativi “della pace” e “del Portogallo”, sollecitandoli alla preghiera e suggerendone una precisa: «Mio Dio! Io credo, adoro, spero e Vi amo! Vi domando perdono per quelli che non credono, non adorano, non sperano e non Vi amano». Poi nelle sei apparizioni della Madonna (che qui si presentò con il titolo “del Rosario”), fra il 13 maggio e il 13 ottobre 1917, la sua sollecitazione fu essenzialmente la richiesta a Lucia, Francisco e Jacinta se volessero offrirsi a Dio «per sopportare tutte le sofferenze che Egli vorrà mandarvi, in atto di riparazione per i peccati con cui Egli è offeso, e di supplica per la conversione dei peccatori?». Alla risposta positiva dei bambini, la Vergine replicò: «Allora, dovrete soffrire molto, ma la grazia di Dio sarà il vostro conforto». È questo il “cuore” del messaggio di Fatima, che riguarda tutti noi in prima persona. Vi è espresso esplicitamente il desiderio di Gesù affinché venga stabilita nel mondo la devozione al Cuore immacolato di Maria, con la conseguente promessa: «A chi l’accetta, io prometterò la salvezza e queste anime saranno amate da Dio, come fiori collocati da me per ornare il suo trono».

Entrando nel concreto, mi piacerebbe se potessimo finalmente toglierci alcuni dubbi. Ad esempio: la tesi “dell’allegato mancante” o del “quarto segreto”[1] è stata chiarita?

Gaeta. Un chiarimento definitivo non c’è ancora stato. L’ipotesi più concreta è che il Vaticano abbia ragione a dire che «tutto è stato rivelato» in relazione al testo reso noto nel 2000 e che corrisponderebbe alla descrizione di quanto direttamente mostrato e detto dalla Vergine durante l’apparizione del 13 luglio 1917. Ma che, a fianco di questo, ci sia un altro testo collegato a ulteriori visioni o riflessioni di suor Lucia. A supporto di tale idea ci sono le differenze sostanziali nelle descrizioni fatte da autorevoli esponenti vaticani, riassumibili in questo modo:

Testo del 2000: non contiene parole della Vergine; è vergato su quattro facciate di un foglio a righe orizzontali piegato a metà e lo scritto è complessivamente lungo 64 righe; fu trasferito in Vaticano il 4 aprile 1957; è stato custodito nell’Archivio segreto del Sant’Offizio; è contenuto in una busta di 14×9 centimetri; fu letto da Giovanni XXIII nel 1960, da Paolo VI nel 1965 e da Giovanni Paolo II nel 1981.

Ipotetico “allegato”: sarebbe il seguito delle parole pronunciate dalla Madonna sul Portogallo e la fede; vergato su un’unica facciata per una lunghezza di 20-25 righe; trasferito in Vaticano il 16 aprile 1957; custodito nell’appartamento pontificio; contenuto in una busta di 18×12 centimetri; letto da Giovanni XXIII nel 1959, da Paolo VI nel 1963 e da Giovanni Paolo II nel 1978.

A questo punto mi perdoni la domanda ardita, ma non posso non porgliela: secondo lei, quell’“uomo vestito di bianco” descritto da Lucia è dunque Albino Luciani, morto in circostanze per alcuni sospette dopo soli 33 giorni di pontificato? San Giovanni Paolo II, ferito e sanguinante dopo gli spari del 13 maggio 1981? È Papa Benedetto che si ritira in solitudine “fuggendo (forse) davanti ai lupi”? È Papa Francesco che sale solitario verso il sagrato di San Pietro nella famosa notte di preghiera e benedizione del mondo intero durante l’inizio della pandemia? Oppure è l’immagine di un evento che deve ancora accadere?

Gaeta. Le profezie mariane occorre prenderle sul serio, secondo quanto esplicitamente affermano. Personalmente ritengo che la profezia riguardante Giovanni Paolo II sia quella di La Salette, dove la Vergine disse ai veggenti Mélanie Calvat e Maximin Giraud, il 19 settembre 1846: «Il Papa sarà perseguitato da ogni parte: gli si sparerà addosso, si vorrà metterlo a morte, ma non gli si potrà far nulla». La versione più completa, redatta da Mélanie nel 1878, precisa: «Il Santo Padre soffrirà molto. Io sarò con lui sino alla fine per ricevere il suo sacrificio. I malvagi attenteranno più volte alla sua vita, senza poter accorciare i suoi giorni». Successivamente «il Papa e i ministri [di Dio] saranno perseguitati, ma Dio sarà con quelli che resteranno fedeli, e il capo della Chiesa otterrà la palma del martirio, insieme con i religiosi e le religiose». Questa è l’immagine proposta a Fatima, con un Papa che viene ucciso in un contesto di tragica persecuzione della Chiesa: nessuna tentazione di fare il “profeta di sventura”, ma indubbiamente questa situazione ancora non si è verificata.

E adesso una delle questioni centrali, diventata ancora più urgente durante i due anni di pandemia e con lo scoppio della guerra in Ucraina, ovvero quella della Consacrazione al Cuore Immacolato di Maria. Sulla consacrazione della Russia regna un po’ di confusione, essendoci stati diversi tentativi da parte di diversi pontefici: secondo Lei quella del 25 marzo scorso[2], è stata la prima valida? Oppure si è trattato di una ripetizione (pur sempre utile) di quella di Giovanni Paolo II del 25 marzo 1984, sulla validità della quale, però si spacca in due il popolo dei fedeli?

Gaeta. Sempre restando ancorati ai fatti, quella di Papa Francesco dello scorso 25 marzo è la prima in assoluto che risponde ai tre requisiti esplicitati da suor Lucia come richieste della Vergine: una consacrazione pronunciata dal Papa, in unione con i vescovi del mondo (come indicato espressamente da Francesco), nominando la parola “Russia”. Dobbiamo però essere chiari: non c’è alcun meccanicismo nelle vicende soprannaturali, ossia non c’è una dinamica di causa-effetto, cosicché, se io faccio qualcosa, immediatamente dopo succede qualcos’altro. I tempi sono sempre quelli stabiliti da Dio. Ma è anche vero che in passato abbiamo comunque degli indizi che documentano l’attenzione del Cielo verso le vicende umane: dall’esplosione del 13 maggio 1984 a Severomorsk (un mese e mezzo dopo la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria fatta da Giovanni Paolo II), nella quale vennero distrutti due terzi degli armamenti della flotta sovietica, agli incendi del maggio 1988 (a metà dell’Anno mariano 1987-88), quando due fabbriche di combustibili per missili, una statunitense in Nevada e l’altra sovietica in Ucraina, furono rase al suolo; dallo smembramento dell’Unione Sovietica (l’8 dicembre 1991) all’ammainabandiera sul Cremlino (il successivo 25 dicembre), in due date che soltanto per la Chiesa cattolica sono la festa dell’Immacolata Concezione e il Natale, mentre quella ortodossa russa non festeggia l’Immacolata e celebra il Natale il 7 gennaio, secondo il calendario giuliano. Si tratta di quelle Dio-incidenze che ci inducono a guardare con fede verso il futuro.

Siamo grati per queste risposte che ci indicano ciò che è fondamentale e cioè l’affidarsi a Dio tramite sua Madre, nel modo da essa rischiesto, e il guardare ai concreti interventi di Maria come fonte di speranza in tutte le circostanze dolorose del nostro presente. 


[1] Vedi: https://www.liberoquotidiano.it/news/italia/11674430/Fatima–il-quarto-segreto-esiste.html

[2] Il 25 marzo 2022 Papa Francesco ha consacrato al Cuore Immacolato di Maria esplicitamente sia la Russia che l’Ucraina, ad un mese dall’inizio della guerra fra Russia e Ucraina scoppiata il 24 febbraio precedente.

Share the article

Lascia una risposta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

94  −    =  92

it_IT